Buongiorno,
sono il genitore di un ragazzo di 2° media, noi ci siamo trasferiti dall’inizio del secondo quadrimestre in un’altra regione, purtroppo dopo un buon inserimento iniziale alla terza settimana si è interrotto tutto per via della chiusura causa corona virus. Dopo un primo periodo di tranquillità (la prima settimana, quella del carnevale per intendersi) con il proseguire ed aggravarsi della crisi e poi con l’allargamento a tutta la nazione le difficoltà sono iniziate ad aumentare, lentamente il distacco dai nuovi compagni di scuola sembra aumentare e lo stimolo verso lo studio trova sempre meno efficacia, in questo momento mio figlio trova conforto e divertimento solo nel gioco on-line che svolge prevalentemente con i suoi amici delle vacanze o con amici che come lui hanno lasciato la vecchia scuola per trasferirsi raramente con qualche nuovo compagno di scuola. Mio figlio è ancora inserito nel gruppo wattsapp della precedente classe e naturalmente anche in quello della nuova e tramite questo vede una grande differenza nell’attività di scuola a distanza fra la vecchia scuola e la nuova. Infatti nella vecchia scuola hanno lezioni quotidiane con uno o più prof con video collegamenti in diretta mentre nella nuova scuola le lezioni vengono mandate solo ed esclusivamente tramite il portale del registro elettronico, praticamente dal 19/02 ad oggi non ha più avuto nessun contatto con professori e compagni della nuova scuola ed anche il gruppo wattsapp della nuova classe è praticamente muto. Io avevo pensato di organizzare una video conferenza con il nuovo gruppo, naturalmente tramite il coinvolgimento dei rappresentanti di classe, ed invitare anche i prof (uno o più) naturalmente la cosa dovrà eventualmente avvenire con la mediazione dei genitori degli alunni.
Mio figlio ha anche dovuto lasciare la squadra di calcio e stava riniziando qui ma anche lo sport si è fermato e anche questa ripartenza è stata bloccata.
La domanda è come faccio a trovare un modo per stimolarlo a studiare?, è giusto toglierli la playstation?
Il ragazzo ha bisogno di parlare con qualcuno di sentirsi coinvolto in qualcosa sta diventando apatico e mangia anche poco (già mangiava poco prima ora ancora meno).
Un saluto in attesa di risposta
Anonimo
Caro Anonimo,
la ringraziamo per averci scritto e per aver voluto condividere con noi la sua esperienza di genitore.
Sono giorni davvero difficili per i ragazzi ed anche gli adulti iniziano a dare segni di affaticamento nella gestione familiare e nel complesso ruolo di educatori.
Comprendiamo il senso di impotenza che sta vivendo perché, per quanto ci si possa attivare, questa “situazione sospesa” limita gran parte delle strategie che diversamente avremmo potuto mettere in atto.
E’ ammirevole il suo intento di attivarsi per coinvolgere suo figlio ed instillare in lui quella motivazione che sta venendo meno. Tuttavia, questo movimento perpetuo rischia di generare in lei frustrazione ed in suo figlio un’aspettativa eccessiva rispetto ad una capacità di reazione che forse per ora non può esistere, per lo meno non come ci si aspetterebbe.
Probabilmente nel suo lavoro questo aspetto è alla base di una buona cooperazione di gruppo e di un’efficace riuscita del gioco di squadra ma forse la priorità momentanea è quella di fermarsi e vivere le emozioni, seppur spiacevoli. Con questo non vogliamo invitarla a gettare la spugna ma a concentrarsi sull’aspetto emotivo che sta emergendo. Può provare a chiedere di più a suo figlio su quello che sente in questi giorni ed accogliere la sofferenza. Se ci pensa, dopo tanti e difficili cambiamenti è arrivata quest’esperienza fuori dal comune a sconvolgere nuovamente ed in maniera drastica l’ordine delle cose.
Il nostro suggerimento è quello di dar tempo ad un nuovo equilibrio che tutti i ragazzi stanno cercando di ritrovare, accogliendo i bisogni il più possibile. Se può farlo sentire meno solo sentire il gruppo della precedente scuola può essere positivo che faccia riferimento a quello. Ci sarà modo e tempo per investire nelle relazioni con il nuovo gruppo classe.
Oppure, se suo figlio ha buoni rapporti con alcuni dei nuovi compagni, può contattarne singolarmente uno, magari attraverso una video chiamata, con il pretesto di un confronto sull’attività didattica.
Inoltre, non ci sembra il momento più adatto per restrizioni eccessive, come il divieto di giocare con la playstation. Ovviamente, questo tipo di gratificazione, che si fonda su un circuito del soddisfacimento immediato, e dunque a rischio di assuefazione, dipendenza e chiusura, deve essere limitato e gestito attraverso un tempo concordato.
Per quanto riguarda la didattica è importante che suo figlio si tenga allenato e che continui a studiare ma non dobbiamo sottovalutare lo stress ed il trauma psicologico che questa situazione sta lentamente creando.
Speriamo di averle fornito spunti di riflessione utili.
Se ne sente il bisogno può tornare a scriverci.
Un caro saluto!